A112 FAN CLUB ROMA
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A112 Abarth Prototipo da 107 Cv 
Prototipo, oltre ad essere un eccellente esercizio tecnico, rappresentò molto di più nell’ultimissimo periodo della storia Abarth ante Fiat.
L’Autobianchi “A112 Prototipo Abarth” venne presentata il 28 febbraio 1970 alla Mostra per Vetture da Competizione presso il Museo dell’Automobile di Torino. Aveva il 4 cilindri 982 cc della “1000 Berlina” Gr.2 con “testa radiale” depotenziato a 108 Cv per 680 Kg e 208 Km/h di velocità massima. Modello molto esasperato, ebbe il merito di suscitare un certo interesse da parte della Fiat nel voler realizzare una versione sportiva della neonata Autobianchi A112 da 903 cc ma secondo ben altri dettami, certamente molto più vicini ai gusti sportivi, non agonistici estremi, della clientela più dinamica.
Intuendo di doversi adeguare a quegli indirizzi, Carlo Abarth fece allestire altri due prototipi meno “spinti”: uno, nell’estate del 1970, da 74 Cv dotato di “testa radiale” e successivamente un altro da 64 Cv, entrambi ancora con carreggiate allargate ed una configurazione estetica da Gr.2. Entrambi, nei fatti, ancora troppo “estremi” rispetto alla definitiva Autobianchi A112 Abarth 58 HP (con motore da 982 cc derivato dal 903 cc della A112 “base” e carreggiate strette) presentata alla stampa nel settembre del 1971.
Nonostante un aumento di capitale ed un piano di risanamento aziendale varato già nel giugno del 1970, le sopravvenute difficoltà di gestione dovute alle numerose agitazioni sindacali, unitamente ad un evidente disinteresse della Fiat per le competizioni in circuito ed in salita (che provocò la progressiva revoca dei contributi erogati da Fiat ad Abarth in ragione delle vittorie conseguite nelle varie categorie…) resero evidente che da lì a poco Fiat avrebbe deciso di rilevare l’Azienda di Corso Marche. Cosa che avvenne puntualmente il 15 ottobre 1971 quando, in un comunicato ufficiale, vennero resi chiarissimi gli indirizzi del “nuovo corso”:
“La Fiat ha rilevato totalmente la Società Abarth & C. S.p.A. con sede in Torino, corso Marche 38, e capitale di 750 milioni di lire.
L’Abarth continuerà a mantenere la denominazione ufficiale.
La produzione verrà integrata con la preparazione delle vetture Fiat destinate ai Rally.
Cesserà l’allestimento dei prototipi per competizione, mentre l’attività sarà orientata verso l’elaborazione di motori e vetture Fiat e Autobianchi per versioni sportive. La prima realizzazione è stata l’Autobianchi A112 Abarth presentata recentemente.
Continueranno regolarmente le altre attività nel campo degli accessori e, in particolare, delle marmitte.
L’Assemblea degli Azionisti della Abarth, tenutasi oggi, ha nominato l’Ing. Giovanni Sguazzini Amministratore Unico della Società di cui Carlo Abarth resterà consulente”.
Il 3 novembre del 1971, lo stand Abarth al Salone dell’Automobile di Torino confermò l’avvenuta metamorfosi, ospitando unicamente la nuova Autobianchi A112 Abarth 58 HP (concepita in Abarth a livello tecnico ma prodotta a Desio) e la Monoposto addestrativa Abarth SE 025 “Formula Italia”. Niente Sport Prototipi e niente “Trasformazioni” per l’Abarth di proprietà Fiat: per la Casa dello Scorpione è l’inizio di un nuovo e fortunato “corso” durato più di 20 anni e incredibilmente “disperso”, nel volgere di pochi mesi, nel 1992…

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